Il mercato immobiliare dopo il COVID
Ho sempre sognato una bella sfera di cristallo per poter conoscere in anticipo quello che il futuro ci riserverà!
La statistica in questo frangente difficilmente potrà accumulare dati da confrontare con esperienze precedenti. Il periodo che stiamo vivendo qualcosa di nuovo: siamo i primi, stiamo scrivendo la storia. Il nostro passato recente non presenta infatti casi simili: una pandemia di portata mondiale che non porta con sé uno scenario di guerra e di distruzione; Neppure il crollo della Lehman Brothers può funzionare come metro di paragone perché il deficit economico lo stanno subendo aziende floride che, annualmente producono utili ma che, il lock down ha fatto cadere in perdita secca. Vista la completa incertezza iltuoperito azzarda ipotesi legate al buon senso: una prima ipotesi che riteniamo percorribile è che al termine della fase 1, alla riapertura, un numero maggiore di immobili rispetto alla media verrà immessa sul mercato delle vendite per almeno tre ragioni:
- perché durante il lock down non è stato possibile;
- per esigenze di liquidità immediata;
- a causa della pandemia e delle terribili conseguenze.
La disponibilità di immobili non seguirà ad una immediata fiducia sugli acquirenti proprio per l’instabilità e l’incertezza sul futuro e sulla ripresa. La scarsità di domanda porterà una conseguenza logica: una immediata contrazione dei prezzi per chi avrà la necessità di concretizzare la vendita in tempi bervi. Qui si aprirà una grossa opportunità per gli operatori che potranno acquistate nuovamente a prezzi vantaggiosi anche in località che, nel recente passato, erano “inaccessibili”. E’ probabile, di contro, che questa fase possa durare per qualche mese. Una volta ripartita l’economia e la “nuova” vita con nuove regole, la necessità abitativa tornerà a palesarsi sui mercati. L’economia ripartirà, le aziende sono solo “dormienti”. Alcune forse non ce la faranno per motivi di liquidità o per cambio di interesse del mercato. Una nuova tipologia di utenti, provati dalla quarantena e dagli “arresti domiciliari” si presterà con nuove esigenze: di spazi, di qualità della vita, comfort. Una nuova sfida per ripensare l’abitare in tutte le sue sfaccettature. Le relazioni interpersonali cambieranno, come cambieranno le abitudini, gli spostamenti etc. cambieranno le necessità abitative ma non la domanda di immobili che rimarrà uno dei beni rifugio. E nel lungo periodo i valori degli immobili si rialzeranno per superare quelli attestati prima della pandemia.