La strumentazione diagnostica
Sommario
1. Premesse
Spesso il perito arriva in sopralluogo con una valigetta voluminosa, quasi fosse un dottore. In realtà, la fase preliminare delle due discipline, non è distante: per effettuare una diagnosi bisogna comprendere le cause della problematica e poi intervenire per curare.
Nell’edilizia la fase relativa alla diagnosi potrebbe rivelarsi complessa. Un perito esperto ha la capacità da un preliminare esame a vista di comprendere se sia facilmente determinabile l’origine del problema o se siano necessari ulteriori approfondimenti. In quest’ultima ipotesi possono essere necessarie analisi che necessitano l’ausilio di uno o più strumenti.
Ove anche la strumentazione normalmente in uso dallo staff tecnico de “iltuoperito.it” non fosse esaustiva poiché la causa è difficilmente riscontrabile, sono disponibili esami scientifici e prove sperimentali per specifiche problematiche. Andiamo per gradi e analizziamo prima la strumentazione e poi le prove sperimentali.
2. La strumentazione
Per misurare le distanze
Il primo strumento indispensabile ad un perito è il misuratore Laser anche chiamato “disto”, dal nome di una famosa marca che produce ottiche eccellenti.
Il telemetro laser è uno strumento di alta precisione per la misura di distanze fra due punti, il cui funzionamento si basa sull’emissione di un raggio laser di bassa energia e quindi teoricamente non pericoloso.
Quanto uno dei problemi può essere di tipo infiltravo o, in generale, riguarda la presenza di acqua nei materiali da costruzione, ecco che entra in campo l’igrometro:
Strumento per misurare l’umidità assoluta o relativa dell’aria o di una superficie, sono generalmente tascabili. Permettono una immediata valutazione del contenuto d’acqua all’interno di una struttura in maniera rapida e assolutamente non distruttiva su ogni tipo di materiale (intonaco, calcestruzzo, laterizio, legname).
Gli strumenti si differenziano principalmente per il tipo e l’arrangiamento geometrico degli elettrodi impiegati (barrette, aghi, piastre di gomma conduttiva) e per il metodo di misura (elettrico per misure superficiale, elettromagnetico per misure in profondità).
Per misurare le differenze di temperature
Uno strumento altrettanto utile per le diagnosi di problematiche è la termo camera nei casi ad esempio di
- dispersioni termiche dovute a deficienze di coibentazione
- ponti termici
- umidità nelle murature
- strutture di solai in calcestruzzo armato
- presenza di canalette di impianti elettrici e/o canalizzazione di impianti idrico-sanitario e termico in funzione
- ammorsature tra strutture murarie con tessiture e materiali diversi
L’utilizzo della termografia permette la lettura delle radiazioni emesse, nella banda dell’infrarosso, da corpi sottoposti a sollecitazione termica. L’energia radiante è funzione della temperatura superficiale dei materiali, a sua volta condizionata dalla conducibilità termica e dal calore specifico che esprimono, in termini quantitativi l’attitudine dal materiale stesso a trasmettere il calore o a trattenerlo: un materiale con valori alti di conducibilità si riscalderà velocemente ed altrettanto velocemente si raffredderà.
Per effetto dei differenti valori di questi parametri, specifici per ciascun materiale, i diversi componenti di un manufatto, quale una muratura, assumeranno differenti temperature sotto l’azione di sollecitazioni termiche.
Per misurare la resistenza meccanica
Lo sclerometro è uno strumento per l’effettuazione di prove empiriche in sito e non distruttive, dette prove sclerometriche, finalizzate ad accertare la stima speditiva della resistenza meccanica di elementi strutturali in calcestruzzo o talvolta in muratura ma anche di rocce.
Tale stima si basa sulla misura della durezza superficiale del materiale da testare, la quale è rapportata all’indice di rimbalzo dello strumento come meglio spiegato in seguito.
Sono le prove non distruttive più frequentemente utilizzate dai tecnici, sebbene i valori che restituiscono, se non abbinate a prove ultrasoniche (metodo sonreb), non risultino estremamente esaustivi.
Vi sono vari tipi di sclerometro (sclerometro a molla di Schmidt [1], sclerometro a molla di Frank, ecc.) i quali sono essenzialmente costituiti da una massa battente in acciaio, azionata da una molla, che contrasta un’asta di percussione che è a diretto contatto con la superficie del calcestruzzo su cui si deve effettuare la prova sclerometrica.
Lo sclerometro serve a misurare la durezza del materiale e si basa sul principio che il rimbalzo della massa metallica che percuote la superficie è funzione della durezza della superficie stessa.
Per usare lo strumento si deve premere l’asta di percussione sulla superficie da provare fino all’arresto. In questo modo la massa contenuta nell’apparecchio viene caricata per mezzo di una molla, di una quantità fissa di energia. Si libera poi la massa, la quale urta contro il percussore ancora in contatto con la superficie e rimbalza, l’entità del rimbalzo è misurata da un indice che scorre lungo una scala graduata presente sullo strumento.
Il valore di rimbalzo, opportunamente parametrizzato in funzione anche dell’angolo di battuta, fornisce un’indicazione orientativa della resistenza del calcestruzzo.
3. Le prove specialistiche
La prova di allagamento con marcatore
La prova di allagamento tradizionale effettuata con l’aggiunta di coloranti appositi per la marcatura consente la localizzazione delle perdite nelle installazioni domestiche o sui tetti piani, la verifica degli allacci degli scarichi dell’acqua .
Prove con corrente a bassa tensione
Con tale prova si può individuare il luogo preciso dove si trova la rottura della guaina provocanti le infiltrazioni d’acqua.
Questo tipo di controllo, non è per niente invasivo, nè distruttivo. Non si deve rompere niente si chiede solo avere l’infiltrazione attiva, lo si può utilizzare su pavimenti di tutti i tipi, asfalti drenanti, porfidi, non è necessario che la guaina sia in vista .
Inserendo una serie di paletti nella superficie da ispezionare (emittenti) e altre serie di paletti nel luogo dove si individua l’infiltrazione (ricevente), spesso aiutati dalla termografia. Si procede a far passare della corrente , con un calcolo resistivo e capacitivo, analizzato da un software specifico, si può avere una mappatura del punto preciso d’ingresso dell’acqua
Il metodo consiste nel tagliare la guaina e applicare una piastra filettata. La piastra consente di far insufflare al disotto della guaina una miscela di gas a base di Idrogeno che appunto è usato come gas tracciante nel rilevamento di perdite. Con il “naso”, strumento che rileva la presenza di idrogeno si verifica la fuoriuscita del gas attraverso al guaina e si identifica il punto/ i punti di ammaloramento e che necessitano ripristini. La perdita di gas è segnalata sia a livello sonoro sia da un manometro che rileva la quantità e consente di stimare la dimensione della perforazione.
Avvalersi di un tecnico professionista preparato e di fiducia, è la scelta migliore per affrontare una problematica in campo edile.
La professionalità dello staff de “iltuoperito.it” può aiutare ad individuare e risolvere con minor aggravio di spese i vizi costruttivi.
Grazie alla strumentazione in possesso dei tecnici è possibile effettuare diagnosi non invasive e consentire la determinazione delle strategie di indagine più idonee. Nei casi più difficili, un perito competente è in grado di consigliare le migliori prove “invasive” idonee all’approfondimento e diagnosi.
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La Redazione de “iltuoperito.it”